What I need is the dandelions in the spring…
Ok ammetto…non c’entra quasi niente con il post del blog anche perchè volevo parlare dell’estate e non della primavera. Ma davvero. Cosa serve per avere l’estate? Si, indubbiamente tempo bello, sereno, caldo, una buona dose di sole (accompagnata da una altrettanto buona dose di crema solare) e lo spirito giusto per affrontare la stagione che più di tutte mette allegria (anche se è una bella sfida con la settimana di Natale e le sue lucette, lucine e regalini sotto l’albero). E l’estate ce l’abbiamo!
Ma che serve per fare l’estate? Ora, qui è più difficile.
Dalla finestra della mia camera, se ti affacci, ti trovi di fronte un albero. E’ l’albero più simpatico del mondo. Ha i fiorellini rosati e l’estate è un turbinio di animaletti che vagano, da fiore e fiore, per farsi il loro bel bagaglio di alimentazione…Beh. Quella per me è l’estate. O almeno una parte dell’estate. L’altra, inevitabilmente, mi raggiunge di sera, quando, nel mio letto ascolto (volente o nolente) i discorsi dei miei vicini che parlottano nel giardino di fianco a casa mia. Ormai, per me che ci convivo da quando sono nata, è diventata una sorta di ninna nanna…Il suono delle loro voci, delle risate e il ricordo di quando anche io, da piccola, scendevo in giardino e giocavo a pescare il gatto (un semplice bastone con appeso uno spago all’estremità ed andavo avanti per ore), oppure a campana con le mattonelle che dividono le varie aiuole del giardino. Ci passavo serate intere. Poi, andando avanti, i giochi hanno lasciato spazio ai libri. Scendevo e leggevo. Almeno finchè la luce mi aiutava o le voci non si facevano troppo pressanti e ti facevano perdere il segno talmente tante volte da dover dire “Ok. Va bene. Basta. A domani libro” e le pagine si chiudevano. Quella è stata la mia estate per una vita. E quella credo resterà ancora viva per tanti anni nei miei ricordi. Almeno fino a quando avrò i vicini, e le lori voci, a ricordarmelo!