Dunque.
Adoro l’acqua. Specialmente quando uno è al calduccio del suo lettino mentre fuori scoppia la bufera. Sentire le folate di vento, la pioggia che picchietta sulle persiane ed essere rintanata sotto le coperte è una sensazione stupenda.
Un po’ meno quando piove ininterrottamente da un mese e, per Giove, è il 18 maggio!
Basta.
Faccio un lavoro che mi porta ad andare in giro con la macchina tutte le mattine. Ed il traffico cittadino, dove abito io, è un insieme di soggetti che già quando sono 30° C ha dei problemi di locomozione in macchina…pensate quando piove! Un delirio!
Gente che va a 2 km orari e frena ogni cinque secondi…non si può!
Altro problema.
Il mio lavoro mi porta ad andare in giro per le scuole. E non c’è niente di peggio che:
1) Parcheggiare fuori dalle scuole: non vi dico il tempo che si perde per farlo quando piove visto che la gente ancora non ha capito il meccanismo recondito insito nei tergicristalli…se ci sono usali invece di fare tremila manovre in retromarcia perchè non vedi dal lunotto posteriore! Usa questo benedetto tergicristallo per piacere!
2) Passare per l’ingresso quando questo è ostruito da una cosa tipo cinquanta (e non esagero) ombrelli assiepati di fronte alla porta. Ora, io capisco che non vuoi far bagnare il tuo pargoletto ma, una volta che lo hai mollato all’ingresso, vattene…non stare lì a controllare che stia bene anche dopo cinque minuti che ha varcato la soglia della scuola. Punto primo: starà bene. Verrà interrogato, farà dei compiti in classe ma in linea di massima passerà cinque ore con la sua classe e apprenderà qualcosa di utile (il che non guasta). Punto secondo: tuo figlio non è idrosolubile. Non si dissolve se prende un po’ d’acqua.
Il peggio è per gli occhi della povera gente che tenta di entrare dall’ingresso principale e rischia costantemente danni alla retina per colpa del tuo cavolo di ombrello aperto anche quando tuo figlio è entrato da dieci minuti.
Chiudi l’ombrello responsabilmente, per Giove!
