Being Blanche…and Ireland #…!

Sono in ritardo schiacciante…lo so! Mea culpa!

Doveva essere un serio diario di viaggio e invece è finito per essere solo un 2postdiario…
Però prometto che recupero…alla e dalla base. Sono tornata, purtroppo. E sono, come tutti, al caldo. Non che mi sia mancato in questi quindici giorni con una temperatura media di 17°C. Ora mi godo il caldo, i pizzichi e soprattutto il ricordo della mia stupenda Irlanda! Non esiste una paese più verde di quello, credo. Ma dopotutto piove sempre e quindi non si potrebbe pensare diversamente…La felpa che mi sono allegramente comprata la dice lunga sul clima ma credo che non ce ne sia una più realistica e più divertente di questa…Carroll’s docet (non sono totalmente pazza, a Dublino esistono una quantità infinita di questi negozi di gadget & Co. – l’artigianato nella capitale va a farsi friggere ma almeno ce ne è per tutti i gusti!).

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Being Blanche…and Ireland #2

Potevo tranquillamente intitolare il post: S P I E D A T A!!!
Due giorni di puro e semplice camminare…ma d’altronde i viaggi sono questo e se uno non si muove con i piedi non riesce neanche a muoversi con la testa e con i pensieri…ergo, io cammino. Preferisco avere i neuroni funzionanti!
Oggi giornata di visite per la periferia irlandese…Glendalough, Powerscourt le tappe tradizionali e Hollybrook House e Teddy’s quelle che solo io conosco…credo.
Partiamo con le prime. SPETTACOLARI! Dunque camminando per Glendalough pare di stare nella Terra di Mezzo e la sensazione che un pixie o un nano possa sbucare fuori dagli alberi ti percorre in su e in giù in continuazione…l’ho vista con le nuvole e devo dire che probabilmente con il sole non sarebbe stata la stessa…l’atmosfera irlandese è anche questa! Powerscourt e i suoi giardini sono davvero, come dire?, VERDI! 🙂 Decisamente da queste parti ce l’hanno vinta quelli che dicono che il verde è un colore riposante…E’ tutto, immancabilmente e folcloristicamente VERDE…e ti riposi (il cervello, perchè le gambe, quelle no, camminano!).
Queste le tappe canoniche (per i turisti che hanno buona volontà almeno)…ora passiamo a quelle alla Blanche.
Hollybrook House: partiamo dal presupposto che a me piacciono alla follia i film…e i libri. Bene, poniamo che il sequel di uno dei libri che adoro di più abbia avuto una trasposizione cinematografica. Chiaro il caso? Bene, aggiungiamo che, fortunatamente, adoro spulciare la rete per vedere le location e che mi salti all’occhio che Rossella (il seguito di Via col Vento) sia stato filmato in una dimora non lontana da Bray. Voi non andreste? Beh, forse no. Ma io si! La Ballyhara cinematografica era lì davanti ai miei occhi! Yes! Un’altra bandierina aggiunta!
Teddy’s: in Irlanda esiste un gelato famosissimo, il Ninety-Nine. Mi sono detta: perchè non provare?! E perchè non farlo nel posto dove lo fanno meglio: da Teddy’s? Provato. Gustato. E devo dire che, nonostante il freddo, non ho mai assaggiato gelato migliore…avendo di fronte la stupenda curva della baia di Dun Laogharie e il tipico profumo d’Irlanda.

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Being Blanche…and Ireland! #1

Dai che ce la faccio! Riesco anche, e sottolineo anche, ad aggiornare il blog in tempo reale…da non credere!

Oggi giornata campale e tipicamente irlandese…qui pare che nessuno noti che fuori la temperatura media è di circa 16° e tutti (gli irlandesi, ovvio) se ne girano abbastanza tranquillamente con t-shirt e vestitini (fra parentesi, anche qui va lo stile vintage). I turisti più assennati (modestamente rientro nella categoria) hanno il necessario per sopravvivere all’improvviso calo di temperatura di circa 20° rispetto all’Italia, gli altri si arrangiano come possono (nel senso che le comprano le giacche a vento!). Ora ho finalmente capito perchè c’è tutto questo verde in giro…a parte che la Mannoia c’aveva visto giusto quando diceva che il cielo d’Irlanda è un oceano di nuvole e luce, il cielo d’Irlanda è un tappeto che corre veloce perchè basta un nanoattimo che si passa dal sole alla pioggia (battente) e poi c’hanno ragione pure le Celtic Woman (fra parentesi, non sono l’unica pazza che le ascolta perchè quassù i loro cd li vendono!) quando dicono Why do you think Ireland is so green, pixie dust? No. Decisamente. Acca due O. Acqua. E pure tanta. Però non mi lamento…al momento ce la caviamo…Mente invertita per via dei segnali e semafori che, stranamente, nessun irlandese si cura di vedere…ma per il resto quassù è Irlanda allo stato puro! Musica. Verde. Storia (il Trinity è favoloso e la biblioteca indurrebbe svariati studenti a pensare diversamente allo studio). Allegria. E le lentiggini. Quei puntini inconfondibili che vedi su tutti i visi sorridenti che incontri. Si. Sono in Irlanda. E già la adoro!

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Being Blanche…and trip!

Chi mi conosce lo sa…adoro viaggiare…e per di più ringrazio il tizio che ha reso disponibile la rete al mondo! È pazzesco…aggiorno il blog direttamente nel tragitto per arrivare alla mia prossima meta: l’Irlanda! Al momento sto in nave dopo tre giorni di viaggio in macchina. Stupendo! Per chi lo volesse sapere il mare è calmo (il mio stomaco ringrazia!) e l’arrivo previsto al porto di Dublino e fra circa tre orette…ma non mi lamento! Ci si riposa!
Stay tuned per i nuovi aggiornamenti…wifi permettendo!
PS: gli inglesi sono totalmente in palla con le olimpiadi…in nave maxi schermo sintonizzato sulla partita di tennis dove, guarda caso, gioca un inglese…patriottici! 🙂

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Being Blanche…and ties…

Ogni volta che guardo la mia mano destra noto delle cose…
Voi mi direte: “ovviamente, delle unghie (abbastanza curate per la verità), delle dita (affusolate quanto basta), la curva del polso, dei nervi ben in tensione il tutto corredato dall’insieme di pigmenti (peraltro decisamente bianchicci) della pelle”.
Bene. Questo quello che vedono i più.
Io invece, se alzo un pochettino i miei occhi a fissare il mio anulare vedo qualcos’altro: un anello. Non di quelli che una persona si compra da sola e indossa perché le piace. Ma un anello che viene da lontano. Dai primi del ‘900 per la precisione. E’ un anello che di strada ne ha fatta, che ha visto passare un intero secolo e che, dalle mani della mia bisnonna, è passata alle mie. Che strano! Senza nemmeno bisogno di modifiche. Tutto calza alla perfezione. Il diametro è lo stesso. Un cerchio perfetto che ha superato giorni, mesi e anni e si è posato, bello bello, sul mio anulare.
E allora mi chiedo? Che cosa sono i legami? O meglio, quanti legami abbiamo nella nostra vita, che ci circondano, con cui entriamo in contatto e di cui non sappiamo praticamente nulla. Delle relazioni che vengono dalle nebbie del passato o che si fanno strada nel sole del presente.
Il mio pollice. Che mi ricorda costantemente che sono legata a una persona in particolare perché, quello sì, è tale e quale a quello di mio nonno. I legami. Ci circondano e ci ricordano chi siamo, da dove veniamo. Quello che saremo forse. Il mio polso è un esemplare abbastanza ricco di ricordi. Non che li abbia stampati sulla pelle. Quello no.
Ma i ricordi che riaffiorano alla mia mente ogni qual volta poso lo sguardo esattamente lì, dove sono le corde di decisioni, di momenti passati, di cose vissute.
Legami. Scintille che si perpetuano nel tempo. Perché sono lì, per non farti dimenticare.

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Being Blanche…and summer!

What I need is the dandelions in the spring
Ok ammetto…non c’entra quasi niente con il post del blog anche perchè volevo parlare dell’estate e non della primavera. Ma davvero. Cosa serve per avere l’estate? Si, indubbiamente tempo bello, sereno, caldo, una buona dose di sole (accompagnata da una altrettanto buona dose di crema solare) e lo spirito giusto per affrontare la stagione che più di tutte mette allegria (anche se è una bella sfida con la settimana di Natale e le sue lucette, lucine e regalini sotto l’albero). E l’estate ce l’abbiamo!
Ma che serve per fare l’estate? Ora, qui è più difficile.
Dalla finestra della mia camera, se ti affacci, ti trovi di fronte un albero. E’ l’albero più simpatico del mondo. Ha i fiorellini rosati e l’estate è un turbinio di animaletti che vagano, da fiore e fiore, per farsi il loro bel bagaglio di alimentazione…Beh. Quella per me è l’estate. O almeno una parte dell’estate. L’altra, inevitabilmente, mi raggiunge di sera, quando, nel mio letto ascolto (volente o nolente) i discorsi dei miei vicini che parlottano nel giardino di fianco a casa mia. Ormai, per me che ci convivo da quando sono nata, è diventata una sorta di ninna nanna…Il suono delle loro voci, delle risate e il ricordo di quando anche io, da piccola, scendevo in giardino e giocavo a pescare il gatto (un semplice bastone con appeso uno spago all’estremità ed andavo avanti per ore), oppure a campana con le mattonelle che dividono le varie aiuole del giardino. Ci passavo serate intere. Poi, andando avanti, i giochi hanno lasciato spazio ai libri. Scendevo e leggevo. Almeno finchè la luce mi aiutava o le voci non si facevano troppo pressanti e ti facevano perdere il segno talmente tante volte da dover dire “Ok. Va bene. Basta. A domani libro” e le pagine si chiudevano. Quella è stata la mia estate per una vita. E quella credo resterà ancora viva per tanti anni nei miei ricordi. Almeno fino a quando avrò i vicini, e le lori voci, a ricordarmelo!

Being Blanche…and THE live concert!

Sono tornata appena ora dal weekend più emozionante della mia vita…
Zurigo, lo sfondo. Le Celtic Woman il soggetto!

Un sogno che diventa realtà…e il concerto più bello della storia (per me che adoro questo fantastico gruppo irlandese).

Venerdì sera dopo una settimana di lavoro…torno a casa e i biglietti sono lì. Non ci credo. Il regalo più bello del secolo. Si parte. Subito. E si arriva, finalmente. Il giorno successivo è un turbinio di emozioni… L’ingresso alle 13.00 (con la fortuna che le mie care Celtic hanno aggiunto al loro già ben lungo tour un matinee). Alle 13.15 sono in platea. 4° fila. E poi il countdown. Meno 30 minuti. Meno 20. Meno 10. Meno 5. La voce, non tanto gracchiante per la verità, dello speaker che scandisce il tempo. Le luci che si spengono. Máiréad che nel buio si posiziona al centro del palco. Un faro che punta dritto su di lei. Le note di Awakening che partono. E le Celtic Woman che iniziano a cantare…a 3 metri da me. Chloë presenta il concerto, che vola… Dúlaman: Lisa Lambe che balla al centro del palco.
Chloë e la sua Nocturne sono F A V O L O S I. Neanche due minuti dopo e ho la netta sensazione che una fatina, un pixie stia ballando con il suo violino sopra il palco. The Foxhunter è trascinante…e le mie mani cominciano ad essere rosse dal tanto batterle. Sailing: oh, le canzoni irlandesi…I love them! A Woman’s Heart, una canzone che, come sottolinea Lisa Lambe dovrebbe e, per fortuna, fa riflettere: la forza delle donne è dietro l’angolo perché “Only a woman’s heart can know”. Susan…una piacevole scoperta: è brava, terribilmente brava e Follow On diventa una melodia scandita, partecipata. E poi…WOOOOO! La canzone più bella di sempre,  Téir Abhaile Riú, che comincia con un siparietto comico stile Opera Buffa di Dario Fo. La stessa melodia “Naninananinà” che però assume toni differenti a seconda di chi la canta: Lisa, quella che a Galway alla fine è intenzionata ad andarci, Chloë che la prende un po’ da matta ma che sotto sotto a Galway ci andrebbe anche lei… e Susan che fa da paciere…ma che non disdegna un viaggetto! Una battaglia musicale divertentissima. Granuaile’s Dance, è di nuovo Máiréad che stupisce e incanta, ballando e suonando il suo fiddle. Una presentazione stupenda è quella che prepara la platea a Danny Boy, una delle melodie più struggenti d’Irlanda. Il primo atto termina con Mo Ghile Mear, un cavallo di battaglia che, a dir la verità, ho canticchiato anch’io (conosco le canzoni a memoria, ebbene sì!)…un finale degno di nota!

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Being Blanche…and events!

B O O M!!! Questo è quello che di solito gli eventi provocano nella nostra vita…una botta! Deflagrazione che sarà più o meno forte a seconda dell’entità di quello che è successo…A pensarci bene tutto, nella vita, è un evento: la nascita di qualcuno è un evento, il matrimonio, una celebrazione, una scelta, uno stato d’animo, le scelte. Sì, perché nel momento esatto in cui accade quel qualcosa la tua vita prende una certa piega e la tua strada, da non lastricata, diventa battuta…da un caldo sole che illumina il tuo cammino o da un freddo vento che scuote le tue certezze. Però siamo noi che scegliamo come e chi essere, questo è certo, e gli eventi possono influenzare sì la nostra vita ma saremo sempre noi che sbagliamo o gioiamo e che, in fondo in fondo, cresciamo

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Being Blanche…and weddings!

Bianco…tanto bianco. Musica, bella musica. Sorrisi. Sì, ebbene si, anche lacrime. Quell’atmosfera. Riso, una quantità che può essere catastrofica, a volte. Scatti, decisamente stupendi. Tacchi alti, la mia croce. Ballerine, la salvezza di molte. Filmati, quelli che sanno che corde devono toccare. Le corde, quelle delle chitarre e dei violini. Le note, quelle dell’organo. Gli auguri, quelli sì, tanti. Le parole, intense, piene di significato. Un tondo al dito (due per la precisione) che racchiude in sé il cerchio…quello della vita. E la sensazione che il perché di tante cose è lì, dietro l’angolo, e che l’ovvietà è fatta per essere superata…e le idee con lei.
In amore tutto è due e tutto cerca di diventare uno.

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Being Blanche…and “I have it down to a fine art at this stage”

Definizione presa para para da Word Reference (un sito che consiglio a tutti quelli che come me, nonostante non facciano molta pratica con l’inglese, adorano la capacità con la quale gli idioms inglesi rendano l’idea):

have (or get) something down to a fine art: achieve a high level of skill in something through experience

“Raggiungere un elevato livello di abilità in qualcosa attraverso l’esperienza”…mmm…perfetto!
L’ho raggiunto! A forza di provare e di sbatterci la testa l’ho raggiunto… Non si nasce imparati, mai. Molti potranno aggiungere un purtroppo ma io invece sono dell’avviso che se tutti fossimo già pieni di nozioni, idee, atteggiamenti e capacità il mondo sarebbe una bella rottura. Vuoi mettere il divertimento di riuscire a creare, di capire, di raggiungere un obiettivo? Nulla ti gratifica più della fatica e della bellezza che si prova quando guardandoti indietro noti quello che sei riuscito a compiere. Da solo? Sono convinta di sì ma sono altrettanto consapevole del fatto che le esperienze, quelle che riescono a farti cambiare i punti di vista, le idee, le impressioni, i modi di fare, siano sempre all’ordine del giorno e che ci siano tante persone che contribuiscono a rendere il tuo viaggio tanto interessante. Sono altrettanto certa che non ci si debba mai cullare sugli allori, credere di aver capito tutto della vita e avere l’impressione di essere certi che la vita ti abbia ormai mostrato tutto perché, “at that stage”,  c’è sempre una novità…

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