Sono tornata appena ora dal weekend più emozionante della mia vita…
Zurigo, lo sfondo. Le Celtic Woman il soggetto!
Un sogno che diventa realtà…e il concerto più bello della storia (per me che adoro questo fantastico gruppo irlandese).
Venerdì sera dopo una settimana di lavoro…torno a casa e i biglietti sono lì. Non ci credo. Il regalo più bello del secolo. Si parte. Subito. E si arriva, finalmente. Il giorno successivo è un turbinio di emozioni… L’ingresso alle 13.00 (con la fortuna che le mie care Celtic hanno aggiunto al loro già ben lungo tour un matinee). Alle 13.15 sono in platea. 4° fila. E poi il countdown. Meno 30 minuti. Meno 20. Meno 10. Meno 5. La voce, non tanto gracchiante per la verità, dello speaker che scandisce il tempo. Le luci che si spengono. Máiréad che nel buio si posiziona al centro del palco. Un faro che punta dritto su di lei. Le note di Awakening che partono. E le Celtic Woman che iniziano a cantare…a 3 metri da me. Chloë presenta il concerto, che vola… Dúlaman: Lisa Lambe che balla al centro del palco.
Chloë e la sua Nocturne sono F A V O L O S I. Neanche due minuti dopo e ho la netta sensazione che una fatina, un pixie stia ballando con il suo violino sopra il palco. The Foxhunter è trascinante…e le mie mani cominciano ad essere rosse dal tanto batterle. Sailing: oh, le canzoni irlandesi…I love them! A Woman’s Heart, una canzone che, come sottolinea Lisa Lambe dovrebbe e, per fortuna, fa riflettere: la forza delle donne è dietro l’angolo perché “Only a woman’s heart can know”. Susan…una piacevole scoperta: è brava, terribilmente brava e Follow On diventa una melodia scandita, partecipata. E poi…WOOOOO! La canzone più bella di sempre, Téir Abhaile Riú, che comincia con un siparietto comico stile Opera Buffa di Dario Fo. La stessa melodia “Naninananinà” che però assume toni differenti a seconda di chi la canta: Lisa, quella che a Galway alla fine è intenzionata ad andarci, Chloë che la prende un po’ da matta ma che sotto sotto a Galway ci andrebbe anche lei… e Susan che fa da paciere…ma che non disdegna un viaggetto! Una battaglia musicale divertentissima. Granuaile’s Dance, è di nuovo Máiréad che stupisce e incanta, ballando e suonando il suo fiddle. Una presentazione stupenda è quella che prepara la platea a Danny Boy, una delle melodie più struggenti d’Irlanda. Il primo atto termina con Mo Ghile Mear, un cavallo di battaglia che, a dir la verità, ho canticchiato anch’io (conosco le canzoni a memoria, ebbene sì!)…un finale degno di nota!