Sia ben inteso ho scritto GROCERY e non solamente shopping. Sottile ma essenziale differenza. Perché se fosse stato solamente shopping sarebbe stato notevolmente più divertente, credetemi! Non che non mi piaccia andare a fare la spesa. Mi diverte pensare che tutti quei pacchettini, scatoline, cartocci etc etc quando cotti siano così buoni e che mi aspetta un bel pranzetto succulento prima da cucinare e poi da pappare. Ringrazio il Cielo che nella mia famiglia tutti adoriamo cucinare e che, ogni volta, ci sia qualcosa di nuovo da imparare…ma sto divagando! Torniamo al punto.
Tag: Ne ho viste tante da raccontar…
Being Blanche…and fair!
Leggesi su Wikipedia:
Sòla: suola, truffa, buggeratura, est. truffatore, persona o cosa inaffidabile, di scarso valore, derivante dalla pratica del borseggio o taccheggio, riferito a sua volta all’ antico portamonete in cuoio pressato ed a forma di tacco. In alternativa, alla pratica disonesta del calzolaio nel risuolare con del materiale poco durevole.
Come inizio post potrebbe non centrare niente con quello che è amenamente e allegramente scritto come titolo del post, ma invece no! C’entra eccome! Partiamo dall’alba dei tempi. Dalle mie parti ogni anno da tempi immemori viene allestita una grande fiera per il Ponte dei Santi-Morti (che in parole povere sarebbe il 1 e 2 novembre). E fino a qui niente di nuovo se non fosse che, tra la mole immensa delle bancarelle che pagano (salatamente) il posteggio, ogni anno ce ne sono di nuove che sponsorizzano improbabili, introvabili, magnifici oggetti per la pulizia della propria casa, della macchina, delle verdure, dei capelli, del corpo etc etc. a prezzi convenientissimi. Ora, se ci fermassimo qua, alla fin fine non sarebbe niente di assurdo. Ma io vado oltre aggiungendo che, ormai, dopo tanti anni di frequentazione è scientificamente provato che quelle sono le famose bancarelle-sòla. Te ne vai bello bello a vedere la dimostrazione (anche solamente per fermarti un po’ visto i kilometri che ti macini vagando all’interno della fiera o a ripararti dall’acquazzone che – anche questo è scientificamente provato – ti becca ogni santo anno) e vieni sòlato. Ti tirano la famosa sòla. Non si capisce come mai, infatti, ogni volta che ti pare di vedere qualcosa di teoricamente utile, che acquisti e che ti porti a casa, quell’oggetto improvvisamente non funziona. “Pareva tanto semplice! La dimostrazione era tanto chiara!” le prime parole. Ci riprovi. Niente. Leggi le istruzioni che sembrano tanto semplici anche quelle. Ritenti. Niente. Unico verdetto: non funziona. Le lame del pela patate non girano. Lo straccio raccogli acqua non raccoglie un tubo e se raccoglie qualcosa appena giri lo strizzatore la prima volta ti si rompe il meccanismo. I ricambi non esistono. Il ferro da stiro portatile per la valigia che dovrebbe stirare anche in verticale non stira nemmeno in orizzontale…
Morale della favola: sei stato sòlato! E, parafrasando una certa pubblicità: “C’è sempre una sòla, dietro! Diffidate delle imitazioni”. Ormai ho imparato e tiro dritto. Per le gambe doloranti faccio allenamento i mesi precedenti e per l’acquazzone mi porto l’ombrello da casa! 🙂
Being Blanche…and recycling!
Parliamoci chiaro: io sono, di massima, un’ambientalista. Non butto cartacce per strada, consumo il meno possibile (acqua, luce, corrente e chi più ne ha più ne metta), odio le confezioni troppo plasticose delle cose che ti vendono ma, ultimamente, ho un discreto…enorme…problema con la raccolta differenziata! Ho comprato i secchi per casa, mi hanno portato i secchioni (perché sono giganteschi) per fuori casa, ho appeso diligentemente il vademecum del perfetto riciclatore vicino ai secchi in casa di cui sopra…e continuo a perdere una vita per capire dove buttare la carta e dove la carta termica! Nuove scoperte all’orizzonte! Perché la carta si ricicla come semplice carta mentre quella degli scontrini che, evidentemente, carta comune non è, va sull’indifferenziato! E poi, altro capitolo – assurdo! -: le confezioni dei Plumcake. Premessa: adoro il Mulino Bianco…mangio i loro biscotti da quando avevo tipo 2 anni, avevo anche fatto la raccolta punti e ottenuto (conquista!) il Mulino Bianco…sì, proprio lui…con la ruota rossa che girava e una quantità spropositata di gadget interni. Tutto mi si può dire tranne che non sono un’affezionata sostenitrice! Ma sto divagando…Dicevamo i Plumcake! Ergo…Confezione tipo: bustina che racchiude il plumcake, scatola che racchiude i 10 plumcake che ti danno e confezione esterna. E io dico: “Di tre cose non pretendo che tutte vadano sullo stesso posto…ma almeno due su tre ce la faremo, no?” Ebbene. NO! Busta esterna: plastica. Scatola: carta. Confezione monoporzione: indifferenziata. Aiutooooo! Altro capitolo quello che include tutto il materiale organico…a partire dai fazzoletti che una persona sana di mente con una dose elevata di raffreddore baratterà senza alcun pensiero con il vecchio, sano, fazzoletto di stoffa della nonna…almeno tutto in lavatrice e non ci pensiamo più! Idem per i tovaglioli per pranzare o cenare…faccio la lavatrice! Preferisco! Non voglio arrivare ai livelli di Goldie Hawn in “Una coppia alla deriva” ma credetemi…preferisco!
Being Blanche…and summer!
What I need is the dandelions in the spring…
Ok ammetto…non c’entra quasi niente con il post del blog anche perchè volevo parlare dell’estate e non della primavera. Ma davvero. Cosa serve per avere l’estate? Si, indubbiamente tempo bello, sereno, caldo, una buona dose di sole (accompagnata da una altrettanto buona dose di crema solare) e lo spirito giusto per affrontare la stagione che più di tutte mette allegria (anche se è una bella sfida con la settimana di Natale e le sue lucette, lucine e regalini sotto l’albero). E l’estate ce l’abbiamo!
Ma che serve per fare l’estate? Ora, qui è più difficile.
Dalla finestra della mia camera, se ti affacci, ti trovi di fronte un albero. E’ l’albero più simpatico del mondo. Ha i fiorellini rosati e l’estate è un turbinio di animaletti che vagano, da fiore e fiore, per farsi il loro bel bagaglio di alimentazione…Beh. Quella per me è l’estate. O almeno una parte dell’estate. L’altra, inevitabilmente, mi raggiunge di sera, quando, nel mio letto ascolto (volente o nolente) i discorsi dei miei vicini che parlottano nel giardino di fianco a casa mia. Ormai, per me che ci convivo da quando sono nata, è diventata una sorta di ninna nanna…Il suono delle loro voci, delle risate e il ricordo di quando anche io, da piccola, scendevo in giardino e giocavo a pescare il gatto (un semplice bastone con appeso uno spago all’estremità ed andavo avanti per ore), oppure a campana con le mattonelle che dividono le varie aiuole del giardino. Ci passavo serate intere. Poi, andando avanti, i giochi hanno lasciato spazio ai libri. Scendevo e leggevo. Almeno finchè la luce mi aiutava o le voci non si facevano troppo pressanti e ti facevano perdere il segno talmente tante volte da dover dire “Ok. Va bene. Basta. A domani libro” e le pagine si chiudevano. Quella è stata la mia estate per una vita. E quella credo resterà ancora viva per tanti anni nei miei ricordi. Almeno fino a quando avrò i vicini, e le lori voci, a ricordarmelo!